Annodati a mano con i materiali più pregiati, come lana e seta, i tappeti persiani richiedono di anni di paziente lavorazione per essere creati e sono considerati estremamente preziosi, veri e propri gioielli dell’artigianato locale. Pensate che un tappeto iraniano di alta qualità può arrivare a costare migliaia di euro e quelli più antichi anche di più. Chi li produce riporta nella trama la cultura locale che, nodo dopo nodo, ha finito per identificare uno stile, al punto che è possibile riconoscere la zona in cui un tappeto è stato creato a colpo docchio per chi è allenato. Quanti e quali sono dunque questi stili?
Il tesoro segerto di un impero: i tappeti persiani
Si fa presto a dire tappeto persiano, ma la Persia era un impero vastissimo. In anni di guerre avevano conquistato un’area che comprendeva parte dell’Egitto e dell’odierna Arabia Saudita a Ovest, Cipro nel Mar Mediterraneo, Macedonia e Turchia a Nord-Ovest, A Nord aveva accesso sia al Mar Nero che al Mar Caspio e anche al lago d’Aral; era protetto dalle catene del Caucaso e dell’Hindu-Kush e raggiungeva le piane dell’Indo a Est. Al centro di questo vastissimo impero si trovavano l’Iran, l’Iraq, l’Afghanistan e il Pakistan. Per essere meglio governato era stato diviso in province, o meglio “satrapie”, e ognuna di queste poteva vantare uno stile unico per i tappeti creati nella zona.
Per renderci le cose più chiare prossimo dividere i tappeti persiani in base alle zone di produzione. Abbiamo quindi i tappeti turchi, i tappeti nordafricani, i tappeti iraniani, i tappeti caucasici, i tappeti dell’Asia centrale, che a loro volta si suddividono in afghani, pakistani, uzbeki, tagiki, kirghizi e indiani (solo provenienti dalla zona del fiume Indo).
La specializzazione degli artigiani tuttavia era ed è tale che, a volte, basta cambiare valle per trovare un diverso stile di annodatura o di disegno. Per ora noi ci occuperemo del tappeto persiano propriamente detto, ovvero il tappeto iraniano.
Il tesoro segerto di un impero: i tappeti persiani
Si fa presto a dire tappeto persiano, ma la Persia era un impero vastissimo. In anni di guerre avevano conquistato un’area che comprendeva parte dell’Egitto e dell’odierna Arabia Saudita a Ovest, Cipro nel Mar Mediterraneo, Macedonia e Turchia a Nord-Ovest, A Nord aveva accesso sia al Mar Nero che al Mar Caspio e anche al lago d’Aral; era protetto dalle catene del Caucaso e dell’Hindu-Kush e raggiungeva le piane dell’Indo a Est. Al centro di questo vastissimo impero si trovavano l’Iran, l’Iraq, l’Afganistan e il Pakistan. Per essere meglio governato era stato diviso in province, o meglio “satrapie”, e ognuna di queste poteva vantare uno stile unico per i tappeti creati nella zona.
Per renderci le cose più chiare possimo dividere i tappeti persiani in base alle zone di produzione. Abbiamo quindi i tappeti turchi, i tappeti nordafricani, i tappeti iraniani, i tappeti caucasici, i tappeti dell’Asia centrale, che a loro volta si suddivindono in afghani, pakistani, uzbeki, tagiki, kirghizi e indiani (solo provenienti dalla zona del fiume Indo).
La specializzazione degli artingiani tuttavia era ed è tale che, a volte, basta cambiare valle per trovare un diverso stile di annodatura o di disegno. Per ora noi ci occuperemo del tappeto persiano propriamente detto, ovvero il tappeto iraniano.
Un gioiello tra i gioielli, il tappeto iraniano
Come dicevamo, basta cambiare valle per trovere delle differenze nella creazione del tappeto, sia per annodatura che per stile. Ecco allora che in Iran possiamo trovare tappeti con disegni floreali nella zona di Isfahan, intricati e finissimi dettagli nei tappeti di Qom e resistenti tappeti conosciuti come bijard nalle zone ad ovest dove abitano popolazioni curde. A Sud, i tappeti Gabbeh sono forse i più iconici del paese con i loro colori vivaci e i tipici quadrati in cui vengono rappresenti elementi familiari alla popolazione, simbolici o reali che siano.
Il filo conduttore che accomuna tutti questi tappeti è l’utilizzo della lana, lavorata a mano e colorata grazie a coloranti naturali. Di lana sono, nella maggior parte dei casi, sia la trama che l’ordito e viene utilizzato il nodo Ghidores, o simmetrico, per la creazione di queste opere d’arte. Esistono però esempi di tappeti con annodatura mista, in cui vengono utilizzati sia il nodo Ghidores che il nodo Senneh o nodo asimmetrico.
I tappeti dell’Iran riportano poi simboli e motivi ricorrenti che aiutano a stabilirne l’origine, come le montagne stilizzate; spesso decorano la cornice estera del tappeto o i bordi dei riquadri centrali e rappresentano il pesaggio che circondava l’artigiano che l’ha creato. È comune che vengano annodate in una sequenza di colori che simbileggia il cambio delle stagioni. Altri design tipici sono il sole centrale attorniato da stelle e l’albero della vita.